Fiche technique
Format : Broché
Nb de pages : 423 pages
Poids : 420 g
Dimensions : 12cm X 20cm
ISBN : 978-88-97539-80-3
EAN : 9788897539803
Hotel Lutetia
Quatrième de couverture
Hotel Lutetia
Pubblicato da Gallimard nel 2005, questo romanzo racconta la storia dell'Hotel Lutetia, vero gioiello dell'accoglienza della rive gauche, situato in boulevard Raspail nel sesto arrondissement. Costruito, nel 1910, su progetto di due famosi architetti dell'epoca, il Lutetia era l'orgoglio dei proprietari che lo avevano creato per ospitare in un edifìcio vicino - e adeguato al loro tenore di vita - i clienti che venivano a fare spese a Parigi nei loro immensi magazzini « Bon Marché ».
Discreto e integerrimo, ex poliziotto alsaziano, incaricato di proteggere la sicurezza dell'albergo e dei suoi clienti, Edouard Kiefer racconta in prima persona il periodo più cupo della storia francese.
Diviso in tre sezioni, nella prima parte del romanzo vengono descritti i fasti, l'organizzazione dell'albergo e la clientela cosmopolita composta, oltre che da ricchi aristocratici, da intellettuali e artisti come Joyce, Gide, Beckett, Picasso, Matisse, nonché alte personalità politiche dell'epoca, tra cui il generale de Gaulle.
Nella seconda parte il Lutetia, occupato dai Nazisti, diventa sede operativa della Gestapo e viene bandita ogni tipo di clientela cosiddetta « normale », sotto lo sguardo sempre più inorridito del personale rimasto fino alla fine al servizio dell'albergo.
Nella terza parte, requisito dal governo francese e dagli alleati, il Lutetia diventa centro di raccolta e smistamento dei deportati. Assediato dalla folla di persone che aspettano l'arrivo dei convogli nella speranza di ritrovare i propri cari, il narratore descrive le procedure di assistenza sanitaria e psicologica prestata ai prigionieri, precisando l'orrore vissuto nei campi di concentramento.
Una sentinella cieca vegliava sul Lutetia.
Il 1938 era appena terminato.
Roger Martin du Gard, il « nostro » Nobel per la letteratura, aveva stabilito la sua residenza invernale all'hotel. Per tre settimane continuò a fare la spola tra il Lutetia e la Comédie Française. Meno per il teatro stesso che per le sue quinte, dietro cui ci si affaccendava attorno alla sua pièce II testamento di papà Leleu : lo scrittore rifuggiva la società come non mai chiedendoci ogni tanto di procurargli un alibi per sottrarsi alle mondanità per meglio dedicarsi alle prove della pièce, lavoro che gli logorava i nervi. Quando si attardava nel salone o al bar lo si sentiva inveire contro Parigi, questa città di forsennati che si scannano a vicenda, questa città infernale. Rivelava in questo modo la sua natura profonda ? La sua conversazione era sempre di tono pessimista. Tutto era decadenza morale, angoscia per il futuro e catastrofe annunciata.
Quella che i giornali, non senza un certo lirismo, cominciavano a chiamare « l'avanzata del pericolo » rischiava di compromettere seriamente la ripresa del settore alberghiero. Al Lutetia il 1933 era stato l'anno migliore dall'inizio del decennio.